Alla base di questa pratica commerciale vi è il vecchio concetto del baratto con la differenza che il bartering coinvolge più soggetti e quindi non è legato alla bilateralità e non consiste in un mero scambio, ma nella possibilità di vendere beni e servizi attraverso lo strumento della compensazione.
Istituto di origine anglosassone ,nato alla fine degli anni venti del secolo scorso, viene usato per far fronte a periodi di stagnazione economica come la crisi americana del 29 o come risposta all’inflazione, oggi viene usato come strumento al quale ricorrono le imprese per risolvere problemi legati alla liquidità.
Il barter consiste nello scambio di beni e servizi all’interno di un circuito in cui entrano a far parte una serie di aziende, tant’è che viene spesso abbreviato in “scambio merce“. L’aspetto innovativo rispetto al baratto è rappresentato non solo e non tanto dalla multilateralità, ma dal fatto che le imprese,entrando a far parte di questo circuito, scambiano merci e servizi vantando crediti o debiti nei confronti di altri soggetti economici che a loro volta possono girarli nei confronti di terzi.
Il vantaggio consiste nella possibilità di acquistare o vendere beni e servizi senza necessariamente ricorrere alla liquidità, ma scambiando ad esempio materie prime, semilavorati o smaltendo giacenze di magazzino senza correre il rischio di eventuali deterioramenti di merci.
Il negozio o accordo tra aziende appare del tutto gratuito o se ne presume l’assoluta non onerosità. Quello che ci si chiede è come può risultare vincolante un accordo non oneroso. In altri termini chi garantisce il soddisfacimento di crediti vantati nei confronti di soggetti terzi? Esiste uno strumento vincolante che garantisce eventuali insolvenze?
In realtà le varie operazioni di scambio possono essere assicurate, ma si perderebbe l’aspetto gratuito dell’operazione e verrebbe meno lo scopo per cui nasce il barter trading, cioè far fronte a questioni di liquidità. Occorrerebbe un soggetto che garantisca le operazioni e che vincoli i soggetti economici coinvolti a soddisfare crediti e debiti maturati.
I circuiti di bartering sono dotati di mediatori i quali assicurano tutti questi aspetti senza perdere di vista lo scopo per cui nasce.
Infatti vincolare le imprese con assicurazioni sulle operazioni risulterebbe del tutto svantaggioso sotto il profilo economico.
Quello che si chiede è una piccola quota associativa e la regolamentazione degli scambi di beni e servizi attraverso delle compensazioni parziali. Non dimentichiamo che lo scopo principale che muove diverse aziende ad entrare nel circuito è allontanare il rischio di giacenze di magazzino.
Attraverso il barter lo stock trova più semplice collocazione e la merce può essere pagata in parte attraverso lo scambio e in parte ricorrendo alla moneta reale. Così facendo si riducono i rischi di deterioramento delle merci che potrebbero anche divenire obsolete si riducono i costi relativi alla gestione di eventuali magazzini.
Sotto il profilo fiscale come vengono regolati tali scambi?
Il nostro ordinamento prevede che venga emessa regolare fattura per ogni operazione di barter trading e che la fattura rechi apposita dicitura con la quale viene messo in evidenza il mancato afflusso di denaro e il futuro soddisfacimento del credito e che tali fatture vengano iscritte nel bilancio redatto dalle singole imprese a fine anno.
In un periodo di crisi economica in cui le aziende stentano a sopravvivere, le banche concedono sempre meno prestiti e la ripresa tanto sperata sembra non arrivare mai il bartering si presenta come uno strumento attraverso il quale le imprese possono far fronte a piccoli problemi di liquidità,scongiurare il rischio di giacenze di magazzino che comportano ulteriori costi e restare in un mercato sempre più complesso.
Sono tante le aziende che si affacciano su questa nuova realtà basti pensare che il fatturato relativo a questo tipo di operazioni commerciali è raddoppiato in pochi anni e che investe non solo lo scambio di merci e servizi,ma anche altri aspetti legati alla vita delle aziende come ad esempio la pubblicità. In Italia esistono aree geografiche, come la Lombardia, in cui il bartering è già una solida realtà.